29 Novembre - 5 Dicembre 2019
Molti non sanno che il nonno materno di Antonio
Sabatelli era Piccone Antonio, proprietario della omonima fabbrica sita in Albisola Capo, in via Colombo.
La loro è una famiglia di artigiani; a inizio
'900 i Piccone contribuirono con le loro stoviglie a riempire le stive dei velieri e dei vagoni delle carrozze ferroviarie come testimoniano le bellissime cartoline dell'epoca, per raggiungere il
nuovo mercato.
Antonio comincia sin da bambino a creare,
giocare, sperimentare con materiali e tecniche prima nell'attività del nonno, poi nelle fabbriche limitrofe come Mazzotti e, in particolar modo il Bianco. Qui, come ricordava Emanuele Luzzati “verso
i 14 anni dopo che il padre lo rimproverava poiché studiava solo quello che lo interessava si rifugiava a lavorare la ceramica, imparando i trucchi del mestiere..”
Tutte queste esperienze lo porteranno negli anni
a creare ceramiche meravigliose.
La mia attenzione è stata subito catturata da
questa raccolta che non ho potuto fare a meno di acquisire.
Si tratta di terrine decorate con incisioni,
smalti e ossidi che raffigurano un uomo e una donna, quali potrebbero essere Adamo ed Eva. Essa è una serie di opere destinate ad un fortunato committente, il quale, tuttavia, non è riuscito a
distribuire, essendo rimaste per quaranta anni chiuse in una scatola. Che Antonio ci abbia messo lo zampino?