Pittore, disegnatore, decoratore e tecnico della ceramica. Fratello del pittore e ceramista Arimondo. Nel 1919 si trasferisce ad Albisola dove sin da piccolissimo comincia a prendere confidenza con l'argilla.
Appena diciassettenne diviene direttore artistico della manifattura albisolese "Landa" e contemporaneamente segue i corsi di disegno all'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.
Tra la fine degli anni Venti e i primi anni Trenta apre un piccolo studio privato denominato "Ars" ad Albisola Capo.
Poco più che ventenne entra a lavorare nella manifattura ceramica albisolese la "Fenice" di cui diverrà, dal 1933 al 1936, direttore artistico. Nella seconda metà degli anni Trenta, chiamato dai Mazzotti, inizia la sua collaborazione con la "M.G.A." e, attratto dall'atmosfera modernista che si respira all'epoca nelle manifatture albisolesi, inizia a produrre opere di grande personalità ed estro che espone, insieme ad altri futuristi a varie edizione delle Triennali d'Arte di Milano. Per la "Mazzotti" realizza opere sia nel tradizionale stile antico Savona che lavori di piccola plastica ornamentale, spesso a carattere caricaturiale, inoltre realizza, su disegni di Prampolini e Tato alcuni pannelli di piastrelle ceramiche. Nel 1933 è presente con alcune ceramiche alla I Mostra Nazionale Futurista di Roma. Nel 1934 partecipa alla Prima Mostra di Plastica Murale di Edilizia Fascista organizzata a Genova da Fillia, Enrico Prampolini e De Filippis con la supervisione di Filippo Tommaso Marinetti.
Negli anni tra le due guerre collabora con la manifattura della famiglia Mazzotti e, saltuariamente, con la "Alba Docilia" realizzando lavori che spaziano dal futurismo agli stili tradizionali e antichi.
Dal 1944 torna a lavorare in proprio alla "Ars". Nel 1953 espone alla Fiera Artigiana di Vicenza una grande anfora dal titolo "Giudizio Universale" nella quale raffigura Leonardo da Vinci nell'atto di separare gli artisti reprobi, seguaci del cubismo e dell'astrattismo, dai seguaci della tradizione.