Dopo molti viaggi in Europa, Africa e Sud America, ancora giovanissimo, si trasferisce a Parigi dove, lavorando per l'atelier di Paul Poiret come disegnatore, ha l'occasione di frequentare giovani artisti come Amedeo Modigliani, Gino Severini e Max Jacob. Nel 1921 torna in Italia, ad Albisola Capo, chiamato dai proprietari della fabbrica di ceramica artistica "La Casa dell'Arte", e qui introduce i motivi decorativi dello stile Decò appresi a Parigi. Dopo solamente un anno lascia "La Casa dell'Arte" e apre una propria bottega, "La Fenice", dove ospita molti artisti tra cui Arturo Martini per il quale dipinge, tra il 1926 e il 1927, alcune piccole sculture in terracotta di carattere novecentista.
Nel 1930 Trucco scioglie la società perché considera l'indirizzo dato alla produzione troppo commerciale e nel 1936 cede definitivamente "La Fenice". Negli anni Trenta è nominato Rappresentante delle Piccole Industrie e Capo Provinciale della Comunità dei Ceramisti Savonesi. Nel 1933 presenta, ottenendo un medaglia d'oro, alla Triennale di Milano alcuni lavori realizzati con la tecnica delle sagome ritagliate e applicate sulle superfici da decorare.
Nel 1936 è nuovamente presente alla Triennale di Milano e l'anno successivo presenta alcune ceramiche all'Esposizione di Parigi. Nel 1937 apre un laboratorio di ceramica denominato "Trucco Manlio Ceramiche d'Arte" presso la propria abitazione in via Aurelia ad Albisola Capo (oggi Museo Trucco) dove si dedica quasi esclusivamente alla produzione di pezzi unici. La fabbrica cessa la produzione nel 1964 e da allora Manlio Trucco si dedica soprattutto alla pittura negli anni realizzata più marginalmente.