Artista, fotografo, pittore infaticabile. Ideatore della mitica boutique Equipe 84 a Savona e poi a Genova, specchio del gusto nella moda degli anni Ottanta. Da quell’osservatorio giovane e modaiolo, guardava la società nel suo farsi spettacolo, sentiva la precarietà delle grandi ideologie, la crisi delle coscienze e dei valori, l’accelerazione dei ritmi di vita, le seduzioni irresistibili dell’immagine, le tentazioni del consumismo e, tra ironia e nostalgia, apriva spazi, nella sua opera, al sogno, all’emozione e alla poesia. Quanto più la sua identità sottoscrive una poetica dello spostamento, tanto più la sua opera restituisce il fermo immagine. Si ferma quello che scorre. Immediato è il rimando al cinema, dove lo scorrimento del fotogramma scandisce il tempo, mentre lo stop dell’immagine occupa uno spazio. Il senso della sua opera è da ricercarsi esclusivamente nell’istante in cui il clic fotografico si appropria di un momento storico, senza diventare documento, e il suo gesto pittorico ferma una realtà, senza raccontarne la storia. Nella produzione pittorica anni Novanta ricorre un soggetto: l’albero, possibile ritratto di una presenza, forse la sua o quella del suo sguardo, preso nella velocità del fondo che scorre. Le sue tele a olio, numerate e firmate come in una sorta di inventario di anime, sottoscrivono il titolo Fermo immagine/Freeze frame.