Pittore autodidatta, istintivo nel segno ed incline all’espressionismo. Osservatore diretto delle cose e della vita, produsse opere di solida serietà derivante del socialismo umanitario. Ha esposto alla Quadriennale di Roma del 1939, alle mostre nazionali di Firenze, Napoli, Bergamo, Genova, Vado Ligure e Savona. E’ stato presente a tutte le mostre regionali e internazionali liguri. L’anno dopo la morte il Comune di Savona lo ha ricordato con una mostra antologica postuma allestita nella Sala Consiliare del Municipio. Nella sua ampia galleria di ritratti, i personaggi, uomini e donne del popolo sono resi come icone di tante solitudini, ritratti spogli e al contempo nobili, perché tale è la solitudine. Senz’altro ci sono in lui forti accensioni interiori, focolai di calore sebbene anche la sua visione paesaggistica prediligesse fredde atmosfere. Le sue amatissime nevicate trasmettono la secchezza del gelo ma non sono cupe. Sono rigorosamente grigie; di un grigio “variegato” che interpreta i diversi livelli del silenzio e su queste campiture bianche si allunga l’ombra nitida dell’artista contrapposta alle disarticolate urla del mondo.