Nel 1921 la famiglia si trasferisce in Sardegna per un breve periodo, ma fondamentale per le impressioni che permearono l'animo dell'artista. Avviene qui infatti l'incontro con i cavalli e con i colori forti del paesaggio mediterraneo. Tornato a Milano, si entusiasma nella lettura di riviste e testi futuristi. Proprio in questo periodo si cimenta per la prima volta con i colori. La sua carriera artistica attraversa settanta anni di storia Italiana, facendolo anche arrivare sui lidi Albissolesi dove lavorerà la ceramica e parteciperà artisticamente e politicamente.
Ad Albissola Capo dipinse il ciclo delle Cronache di Albisola, ben rappresentando la vita artistica della cittadina che vedeva allora riuniti ceramisti, poeti, scrittori, critici, e di cui Aligi Sassu era protagonista insieme a Lucio Fontana,
a Salvatore Fancello e moltissimi altri artisti. L'opera, eseguita su commissione del proprietario nella Trattoria Pescetto, occupava un'intera parete di trentacinque metri e, quando 14 anni dopo il locale fu chiuso, venne completamente smembrata.