Jorn Asger (1914-1973)

Asger Jorn (1914-1973)

Pittore, scultore, etnoarcheologo, architetto danese, vanta una produzione artistica varia e composita. Attivo anche in Francia la sua personalità ed il suo lavoro hanno esercitato un’ influenza decisiva sui suoi contemporanei, ed è riconosciuto come uno dei più importanti artisti scandinavi dai tempi di Edvard Munch. Dal 1936 al 1939 studia all’Académie Contemporaine di Fernand Léger, in seguito fa l’assistente di Le Corbusier nella decorazione del padiglione dei Tempi Nuovi all’Esposizione Universale. Durante la guerra vive in Danimarca, dipingendo tele che risentono dell’influenza di Vasily Kandinsky, Paul Klee e Joan Miró, e collaborando alla rivista “Helhesten”. Nell’immediato dopoguerra, con il nome di Asger Jorn, partecipa a tutti i movimenti d’avanguardia. Raggiunge i surrealisti rivoluzionari nel ’45. Nel 1948 tiene la prima personale a Parigi alla Galerie Breteau. Nello stesso periodo, assieme a Appel Karel, Van Beverloo Guillaume Cornelis “Corneille” ed altri fonda il gruppo Cobra (acronimo per Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam) che rivendica completa libertà espressiva ed enfatizza l’importanza del colore e della pennellata. Prima di dissociarsi dal movimento, Jorn redige la pubblicazione delle monografie della Bibliothèque Cobra. Nel 1953 è tra i fondatori del Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista (MIBI), una continuazione del gruppo Cobra, e comincia a lavorare intensamente con la ceramica, stabilendosi l’anno seguente ad Albisola, in Italia, dove promuove gli incontri internazionali della ceramica. Dal 1957 al 1961 partecipa al movimento Internazionale situazionista, del quale ne è membro fondatore. Nel 1962 tiene la prima personale a New York, alla Lefebre Gallery. Nel 1964, si aggiudica il Guggenheim International Award. Dal 1966 si dedica soprattutto alla pittura a olio e viaggia molto, a Cuba, in Inghilterra e Scozia, negli Stati Uniti e in Oriente. Jorn metterà la sua arte anche al servizio della sua ribellione contro il sacro. Nel ’68 pubblica “La lingua verde e quella cotta”, un pamphlet contro lo strutturalismo.
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