Fabbri Agenore (1911-1998)

Agenore Fabbri (1911-1999)

Frequenta la Scuola d'Arti e Mestieri di Pistoia e viene ammesso all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 1930 incomincia a modellare e a cuocere terre e cinque anni dopo assume il ruolo di operaio modellista presso una manifattura di ceramiche in Albisola, dove lavora per circa un ventennio.
Nel 1937 ottiene un discreto successo alla Nazionale di Napoli e negli anni Quaranta espone in mostre personali in Italia, Roma e Milano, ma anche all'estero, New York e Filadelfia. Dal 1962 si trasferisce a Milano. Il suo lavoro è di genere narrativo con evidenti caratteri espressionisti,con influsso della plastica popolare che compare in molti lavori della Toscana. Nel secondo dopoguerra, influenzato anche dai recenti trascorsi, la sua opera si incanala verso una esasperata drammaticità espressiva, dove spacchi nel materiali e giochi policromi rendono ancora più appariscente tale caratteristica. Il senso del tragico non è limitato solo agli esseri umani ma dilaga anche nel mondo animale rappresentato in combattimenti e risse con effetti tragici che vanno aldilà della seppur esplicita violenza. Alla fine della sua vita Fabbri ritorna ad opere la cui intrinseca narrativa è collegata alla speranza. La maggior parte della sua produzione è legata alla scuola di ceramica di Albisola Superiore, di fama mondiale anche per il non trascurabile numero di scultori che si impegnarono in loco in questa tecnica. Tra i lavori più significativi il Monumento alla Resistenza in p.zza Martiri della Libertà a Savona e l'imponente bassorilievo in ceramica "Battaglia" custodito presso il Museo "Manlio Trucco" di Albisola Superiore.

Acquarello, china, gouache, tecnica mista su carta

Ceramica piatti sculture piastre

Bronzo e metallo

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